Pasticceria La Torre - CESENA

Mia sorella ha portato a casa per una cena con amici il panone, un must per aperitivi cene, purtroppo si è rivelato scelta infausta un panone enorme con 4 gusti, tipo di pane poco buono tagliato estremamente grosso così potevano risparmiare sul ripieno. Una fila era di stracchino( poco buono e rucola lasciato lì perché acido una fila funghi e prosciutto ed una somigliante a tonno e pomodoro, anche quello poco gradito. Il prosciutto era nero non è stato neanche dato al cane per ovvie ragioni, il resto era proprio cattivo. Non ci siamo mai vergognati tanto.

Ottima pasticceria, qualità delle materie prime ineccepibile. Personale cortese. Unico appunto la posizione non troppo comoda per fermarsi con l’auto visti i pochi posti per parcheggiare.

La mattina normalmente mi piace andare a fare colazione al bar. Le persone che lavorano in questa pasticceria sembra che ti facciano un favore a servirti. La pasticceria è modesta. Nulla di che.

La frequento saltuariamente da almeno 10 anni. Come tutte le attività ha i suoi alti e bassi, c'è il giorno che va tutto bene e il giorno che il servizio riesce un po' meno. Sicuramente dopo il covid siamo tutti più stressati, così come lo sono i titolari di un'attività che si devono adeguare costantemente alle normative poco chiare e limitanti. A prescindere da tutto, sempre in tutti questi anni sono stato accolto in questa pasticceria con calore e cortesia, sia dalla titolare che dalle ragazze. Qualità sempre più rare anche nelle attività professionali. Per questo rimarrà il mio punto di riferimento e avrà il mio apprezzamento anche quella volta che le cose non saranno perfette.

Entro stamane. Dirigo verso il banco pasticceria. Guardo, scelgo. Chiedo alla signorina se nel bombolone ci fosse la crema. Sì, c 'è. Bene. Uno, grazie, e un caffé. Mi sposto sul bancone bar e mi porgono un piattino col bombolone. Prendo il bombolone e lo sento leggerissimo. Praticamente solo pastella e zucchero semolato. Lo poso e chiedo, per favore, se sia possibile rimediare a tale dimenticanza rifarcendolo. Senza troppo entusiasmo una addetta prende il piattino e si infila in laboratorio. Dopo poco torna, me lo porge, ringrazio. E mentre lo sto addentando mi comunica che dovrò pagare una sovraprezzo. Mi blocco, credo di non aver capito. Me lo faccio ripetere. Mi chiedono 50 centesimi. Poso sul bancone il bombolone addentato, pago i 50 centesimi ed esco. Non entrerò mai più in questa pasticceria. Così come non voglio avere a che fare con tutti quelli che antepongono il lucro al servizio, che anziché scusarsi per il disservizio (che può sempre capitare) ti accusano di eccessive pretese, che invece di gestire i problemi con il sorriso mugugnano e guardano solo la cassa. A posto così.